Sant'Abbondio





Sant'Abbondio (in latino Abundius, o Abondius; Tessalonica; † Como, 468) è stato un vescovo latino.
Origini
Sono sconosciuti sia la data che il luogo di nascita: la tradizione riporta come egli fosse nativo di Tessalonica. Il fatto che il nome sia di origine latina non fa dubitare di tale circostanza, poiché simili appellattivi erano relativamente diffusi anche fra i romani d'Oriente. Certamente Abbondio conosceva assai bene il greco.

Vescovo di Como
Secondo la tradizione, Sant'Abbondio era inizialmente coadiutore di Sant'Amanzio, terzo vescovo della diocesi di Como, il quale aveva consolidato la presenza cristiana nella città di Como e nella vastissima diocesi, che allora comprendeva le attuali province di Como, di Sondrio, il terzo superiore della provincia di Varese, le tre valli sud-alpine del Canton Grigioni ed il Canton Ticino.
Amanzio aveva ordinato sacerdote Abbondio e già prima della morte lo aveva designato alla propria successione, consacrandolo vescovo il 17 novembre 440. Alla morte di Amanzio, nel 450 circa, Abbondio divenne così il quarto vescovo di Como, dopo San Felice, San Provino e, appunto, Amanzio.

Attività diplomatica

Nel V secolo si era diffusa nell'Impero Romano d'Oriente l'eresia nestoriana. Essa era già stata condannata dal Concilio di Efeso del 431, ma la questione si era riaccesa con l'eresia di Eutiche (378 - 454), archimandrita di un grande monastero di Costantinopoli, esponente influente alla corte dell'imperatore Teodosio II di Bisanzio. Eutiche predicava come Cristo, prima dell'Incarnazione, avesse le due nature, quella divina e quella umana, ma che dopo avesse avuto solo quella divina, derivata dall'unione delle due (Monofisismo).

Secondo concilio di Efeso

Nel 449 il Secondo Concilio di Efeso, indetto da San Flaviano, Vescovo di Costantinopoli con l'intento di combattere il monofisismo, venne invece dominato da un clima di terrore instaurato dai potenti sostentori di Eutiche: furono destituiti i più importanti teologi antiocheni (Teodoreto di Ciro, Iba di Edessa), con l'accusa di Nestorianesimo e San Flaviano venne percosso fino alla morte. Il Concilio si concluse con l'assoluzione di Eutiche e la scomunica di Flaviano e di Papa Leone I Magno.
In preparazione del Concilio, Papa Leone Magno aveva inviato due rappresentanti, latori di una lunga lettera nota come Tomus ad Flavianum, in cui sottolineava la propria posizione contraria al Monofisismo. Di fronte all'insuccesso, egli dichiarò nullo il Concilio, definendolo un latrocinium, ma l'Imperatore Teodosio lo ritenne valido.

Concilio di Calcedonia
Le cose cambiarono con la morte di Teodosio, quando il trono passò al cognato di lui Marciano, che ne aveva sposato la sorella Pulcheria. Papa Leone inviò nel 450 una nuova missione, capeggiata questa volta da Sant'Abbondio: egli ottenne che il successore di Flaviano, Anatolio di Costantinopoli (già eletto in contrapposizione a Flaviano) accettasse finalmente la famosa epistola papale Tomus ad Flavianum, inviata già due anni prima al suo predecessore. Il successo di questa missione fu dovuto anche alle pressioni di Valentiniano III, Imperatore d'Occidente, cugino di Pulcheria. L'interesse comune dei due cugini era la preservazione dell'unità dell'Impero, già duramente provato dalle invasioni barbariche.
L'Imperatrice, rifiutando le conclusioni del Secondo Concilio di Efeso, convocò poi un nuovo Concilio a Calcedonia nel 451: il monofisismo venne condannato, Dioscoro ed Eutiche esiliati, Flaviano proclamato martire della fede e la scomunica a Papa Leone Magno dichiarata nulla. I teologi antiocheni vennero reinsediati nelle loro sedi vescovili.

Concilio di Milano
Di ritorno in Occidente, nel 451 Sant'Abbondio venne accolto festosamente da Papa Leone Magno a Roma. Venne quindi incaricato di ripetere la missione in un concilio locale convocato a Milano (probabilmente esteso alle Diocesi dell'Impero Romano d'Occidente più esposte all'eresia) ove, a nome di Papa Leone, Sant'Abbondio fece proclamare all'Arcivescovo di Milano Sant'Eusebio l'adesione al Concilio di Calcedonia con connessa condanna delle eresie di Nestorio ed Eutiche.

Gli ultimi anni

Negli anni successivi Sant'Abbondio si dedicò alla propria Diocesi, diffondendo la fede nelle vasti valli che si aprono verso le Alpi, ancora largamente pagane. Il diplomatico e teologo tornò a fare il predicatore. Secondo la tradizione, Sant'Abbondio morì un giorno di Pasqua dopo l'omelia festiva, probabilmente nel 468 (o nel 469).



Culto
Sin dall'Alto Medioevo Abbondio fu venerato come patrono della Chiesa comense e invocato nelle preghiere più solenni della diocesi insieme ai suoi predecessori. Gli vennero attribuiti vari episodi miracolosi. La Chiesa lo ricorda come Santo il 2 aprile. È patrono della città e della diocesi di Como che lo commemora il 31 agosto.



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