Io sono
la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e
uscirà e troverà pascolo. Il
ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono
venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.
(Gv
10,7-10)
Cristo è soglia spalancata che immette nella terra dell’amore
leale, più forte della morte ..."chi entra attraverso di me, sarà salvato"; più forte di tutte le prigioni ... "entrerà e uscirà".
"Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza": per me, una delle frasi più solari del Vangelo; è la frase della
mia fede, quella che mi rigenera ogni volta che l’ascolto: sono
venuto perché abbiate la vita piena, abbondante, gioiosa. Non solo
la vita necessaria, non solo quel minimo senza il quale la vita non è
vita, ma la vita esuberante, magnifica, eccessiva; vita che rompe gli
argini e tracima e feconda, uno scialo di vita, che profuma di amore,
di libertà e di coraggio.
Così è Dio: manna non per un giorno ma per quarant’anni nel
deserto, pane per cinquemila persone, pelle di primavera per dieci
lebbrosi, pietra rotolata via per Lazzaro, cento fratelli per chi ha
lasciato la casa, perdono per settanta volte sette, vaso di nardo per
300 denari.
In una sola piccola parola è sintetizzato ciò che oppone Gesù a
tutti gli altri, ciò che rende incompatibili il pastore e il ladro.
La parola immensa e breve è «vita». Parola che pulsa sotto tutte
le parole sacre, cuore del Vangelo, parola indimenticabile. Cristo
non è venuto a pretendere ma ad offrire, non chiede niente, dona
tutto.
Padre Ermes Ronchi