Memoria Vescovo Alessandro Maggiolini
Domenica 11 novembre ricorrono i 10 anni dalla morte di monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo della diocesi di Como dal marzo 1989 al dicembre 2006.
Già da
alcuni giorni è possibile visitare, in Cattedrale, a Como, una mostra
fotografica, dal titolo La mia vita è per voi:
otto pannelli verticali di grande formato che ripercorrono
alcuni aspetti della vita e dell’impegno pastorale di monsignor
Maggiolini (il sacerdozio, la vita nella Chiesa ambrosiana, l’episcopato
in diocesi di Carpi, “l’avventura” del Catechismo, l’episcopato in
diocesi di Como e il ritorno all’essere prete, nel ministero del
confessionale).
Alle ore 17.00 il vescovo, monsignor Oscar Cantoni, presiederà la Santa Messa di suffragio, in memoria del Vescovo Alessandro.
Riportiamo, in memoria del Vescovo Alessandro, un brano tratto dal testo "Regola di Vita Cristiana per i Giovani"
"Chi sono io ?". Probabilmente ti sforzi di far tacere questa domanda, ma non riesci a soffocarla. Ti si erge in animo almeno nei momenti più difficili e decisivi. Non puoi andare avanti sempre alla cieca, vivendo alla giornata, rimanendo alla superficie della realtà e degli avvenimenti.
Subito lo sguardo va al tempo in cui vivi. Triste ed esaltante, secondo l'atteggiamento che assumi.
Al passato: la famiglia in cui sei nato, la società, le esperienze fatte, le persone che hai incontrato e quelle che hanno, in parte, contribuito a formare la tua fisionomia spirituale di oggi. Insignificani. fastidiose. Sante.
Al presente: smarrimenti e certezze, doti e limiti, fatti, situazioni che ogni giorno ti si presentano e quasi ti costringono a scegliere.
Al futuro: desideri, sogni, attese, progetti che elabori tu, da solo, e che ti si sgretolano tra le mani, o ti deludono, ti irritano.
Al termine di tutti questi rovelli - e di altri ancora - facilmente la domanda ti riemerge: "Ma, insomma, chi sono io ?"
Cercando, avrai di sicuro trovato parecchi frammenti della tua identità. Pezzi di un io. Ciò che manca, però, è il quadro d'insieme, la sintesi dei diversi frammenti. Devi cercare ancora; ma, questa volta, oltre te stesso, in un Altro che da sempre ti conosce e ti ama.
"Signore tu mi scruti e mi conosci" (Salmo 138). La tua vita è un desiderio suscitato in te dallo Spirito verso il Signore Gesù. La definizione della tua esistenza è fuori di te: ti è donata da Cristo. Sei chiamato a riceverla, prima che a raggiungerla.
Per la fede cristiana, l'identità non è anzitutto un problema di conoscenza di sè, o di iniziativa propria, ma di risposta al Signore Gesù. E' lui che ha in mano le chiavi della storia (cfr. Apocalisse 5,1-5), dunque anche della "tua" storia.
Nel suo progetto sta la tua identità più vera. Nel suo progetto misterioso e sorprendente, non nel tuo, sfuocato e disilludente. "Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finchè non riposa in te" (S.Agostino).
E sei risposta: non risultato che raggiungi tu. Da solo, non sai nemmeno formulare la domanda giusta. Infatti, "solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo... Cristo svela pienamente l'uomo a se stesso" (Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, 22).
Cercando, avrai di sicuro trovato parecchi frammenti della tua identità. Pezzi di un io. Ciò che manca, però, è il quadro d'insieme, la sintesi dei diversi frammenti. Devi cercare ancora; ma, questa volta, oltre te stesso, in un Altro che da sempre ti conosce e ti ama.
"Signore tu mi scruti e mi conosci" (Salmo 138). La tua vita è un desiderio suscitato in te dallo Spirito verso il Signore Gesù. La definizione della tua esistenza è fuori di te: ti è donata da Cristo. Sei chiamato a riceverla, prima che a raggiungerla.
Per la fede cristiana, l'identità non è anzitutto un problema di conoscenza di sè, o di iniziativa propria, ma di risposta al Signore Gesù. E' lui che ha in mano le chiavi della storia (cfr. Apocalisse 5,1-5), dunque anche della "tua" storia.
Nel suo progetto sta la tua identità più vera. Nel suo progetto misterioso e sorprendente, non nel tuo, sfuocato e disilludente. "Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finchè non riposa in te" (S.Agostino).
E sei risposta: non risultato che raggiungi tu. Da solo, non sai nemmeno formulare la domanda giusta. Infatti, "solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo... Cristo svela pienamente l'uomo a se stesso" (Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, 22).
Tratto da "Regola di Vita Cristiana per i giovani" capitolo 1° - paragrafi 1 e 2
Omelia Vescovo Oscar,
10° anniversario morte mons. Maggiolini
La nostra cattedrale conserva e venera le spoglie mortali del nostro amato vescovo Alessandro, di cui ricorre proprio oggi il decimo anniversario del suo ingresso nella vita eterna. Egli ha voluto essere sepolto in questa sede, madre di tutte le chiese della diocesi, per testimoniare il suo radicamento profondo alla Chiesa di Como, che egli ha amato e servito, e alla quale ha donato generosamente tutto se stesso.
Ricordo, nel giorno del suo ingresso in diocesi , quella frase che in seguito mi confidò di essergli costata molto, ma che rispecchiava la sua intenzione profonda: “da ora sono vostro!”, come a dire: ciò che sono, fin dall’ intimo del mio cuore, le mie forze e il mio agire, in piena libertà, è in funzione vostra: mi dono a voi, totalmente, fino alla fine”.
Questo slancio di piena fiducia e di obbedienza alla volontà di Dio, che lo ha voluto qui a servire la Chiesa di Como per ben diciassette anni, è il medesimo che ha animato la povera vedova nel Vangelo di oggi a donare tutto quello che possedeva, in piena consapevolezza, senza ritenere nulla per se’, così da destare l’ammirazione di Gesù, che ha additato questa povera donna vedova ai suoi discepoli come esempio di totale confidenza e di pieno affidamento alla provvidenza di Dio padre. Contrariamente alle apparenze, questa vedova povera ha versato nel tesoro del tempio più di quelli che vi avevano gettato molto. Essi avevano offerto soltanto del loro superfluo, ella, invece, ha offerto la sua vita in dono.
Chi avuto, come me, la grazia di conoscere a fondo il vescovo Alessandro, nella sua umile e insieme nobile semplicità, a dispetto di chi lo riteneva grande per le sue doti e per l’acutezza dei suoi interventi, sa che egli sarebbe stato contento di essere paragonato non a qualunque altro personaggio del Vangelo che va incontro a Gesù, ma proprio a questa povera donna, umiliata e disprezzata, perché nella condizione vedovile, ma grande davanti a Dio perché piena di illimitata fiducia in Lui.
La grandezza di questo Pastore che il Signore ha regalato alla nostra Chiesa, sta nell’aver presentato un cristianesimo senza sconti, nella radicalità delle sue esigenze. Il vescovo Alessandro non ha esitato nel proporre “la misura alta della vita cristiana”, unita però alla consapevolezza della fragilità della condizione umana, che ha bisogno di sperimentare la misericordia di Dio. Essa promuove l’uomo proprio a partire dalla sua debolezza e lo incoraggia a riprendere costantemente le strade della santità, con tanta fiducia nell’aiuto della grazia santificante.
Vorrei ricordare infine l’efficacia del vescovo Alessandro nel suscitare, soprattutto nei giovani, in vista di un impegno nella personale vocazione, una sana inquietudine dello spirito, che è l’unica modalità per impegnarsi contro il nikilismo, oggi purtroppo imperante. Egli era solito spronare i giovani a decidersi per un impegno costoso che riempisse la vita per intero, a favore del bene della comunità, senza disperare mai nella Provvidenza, che sostiene e realizza qualunque iniziativa di servizio.
Proprio come il profeta Elia nella prima lettura, che assicura alla vedova di Zarepta: “la farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”. Parole piene di speranza, molto diverse dalle affermazioni dei profeti di sventura, tanto spesso ancora oggi all’azione.
Como Cattedrale, Domenica 11 Novembre 2018