Ascensione del Signore







L'Ascensione al cielo del Risorto, può lasciare perplesso l'uomo razionale ed efficientista del nostro tempo. Se Cristo Risorto fosse rimasto tra noi, vivente ed immortale, certo sarebbe stato più convincente sulle opportunità della fede. Non sarebbe bastata qualche apparizione a macchia di leopardo, o un faccia a faccia con i grandi leader della storia per evitare un bel po' di guerre, distruzioni, sofferenze ? Chissà.

Sicuramente non è questa la mentalità del Dio cristiano, che si guarda bene dal ridurre la portata del libero arbitrio umano. Il suo abbraccio stringe, ma non costringe.

I racconti dell'Ascensione sono accompagnati dall'ultimo invito ai discepoli di essere suoi missionari, di "predicare a suo nome la conversione ed il perdono dei peccati" fino ai confini del mondo; ma soprattutto di vivere sè stessi la via che Cristo ha indicato, come scrive la Lettera agli Ebrei, "con cuore sincero, nella pienezza della fede", della speranza e della carità.

Come recita una famosa preghiera del XIV secolo, "Cristo non ha più mani, ha soltanto le nostre mani per fare oggi le sue opere. Cristo non ha più piedi, ha soltanto i nostri piedi per andare oggi agli uomini... Cristo non ha più forze, ha soltanto le nostre forze per guidare gli uomini a sè. Cristo non ha più vangeli che essi leggano ancora, ma ciò che facciamo inn parole e opere è l'evangelo che lo Spirtio sta scrivendo".

Don Silvio 



Sono due i racconti dell’ascensione di Gesù. Entrambi scritti da Luca: negli Atti degli Apostoli (prima lettura) e nel vangelo che abbiamo letto.
Due racconti, diversi ma per descrivere un’unica esperienza vissuta da tutti i discepoli. Gesù, colui che ha condiviso in tutto la loro vicenda umana e che è passato tra la gente facendo il bene e annunciando la bella notizia dell’amore di Dio, quel Gesù che è stato ingiustamente condannato e crocifisso, morto e risorto, è il Vivente, è Dio stesso.
L’ascensione, più che un fatto fisico, esteriore, è questa esperienza spirituale profonda che porta i discepoli alla certezza che in Gesù, morto e risorto, è Dio stesso che si è manifestato.

Colui che è disceso ora ascende. Dio che in Gesù si è fatto uomo, dopo aver manifestato il suo volto, la gloria del suo amore, cessa di rendersi visibile nell’umanità, continuando ad avvolgere con la Sua presenza ogni cosa.
L’immagine dei ‘cieli’ cui ascende sta a indicare la totalità, l’universo intero, che è da sempre avvolto dalla sua Presenza. Ora questa presenza ha assunto un volto, un nome, una parola, dei gesti: la vita di Gesù, Dio con noi per sempre.
Come ci ricorda la lettera agli Ebrei (seconda lettura) “Cristo…è entrato nel cielo stesso”, diventando “via nuova e vivente” per tutti noi.
Questo è il senso dell’Ascensione: la consapevolezza che siamo “avvolti” da una Presenza che è la presenza di Dio rivelata in Gesù. Quel Gesù che diventa “via nuova e vivente”. per portare anche ciascuno e tutti l’umanità intera, alla comunione di vita con Lui.
Si apre così per i discepoli, per l’umanità tutta, un cammino nuovo, di ascensione, di realizzazione. 
Siamo in cammino verso la pienezza: la vita è un costante ascendere, con e verso Gesù guidati dal dono dello Spirito che ci ha dato. In Lui la nostra umanità si divinizza.
Di questo – come cristiani, suoi discepoli – siamo testimoni.
Significative le sue ultime parole.
Andate, ma senza fretta, non siamo noi a fare... Andate ma solo dopo aver ricevuto lo Spirito rimanendo in città, dentro la vita, la storia della gente..
Predicate, annunciate la misericordia e la conversione, il convergere a Lui per elevare la vita…

E poi l’ultimo gesto: li benedisse…
Dio che benedice e non maledice… che invita i suoi ad essere portatori di benedizione ovunque…
Ecco delineata la missione della chiesa, della comunità cristiana:
-      Stare insieme per accogliere il dono dello Spirito
-      Da Lui guidati annunciare misericordia, invitare a convergere a Gesù
-      Benedire, portare ovunque benedizione… Nella misericordia in particolare continua a riversarsi su di noi la sua benedizione e noi stessi diventiamo portatori di benedizione solo nella misura in cui siamo testimoni di perdono e misericordia verso tutti. “Di questo voi siete testimoni”.
Così aiutiamo l’umanità a crescere, ad ascendere verso una vita più bella, più consapevole, più capace di amore, di libertà, di verità.
Verso quella vita che Gesù ha testimoniato e che con il Suo Spirito possiamo vivere già ora, crescendo verso l’incontro definitivo con il Padre.


1 giugno 2019 - tratto da http://santuariosoccorso.blogspot.com/

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