Beata Giovannina Franchi
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Coronavirus: Como perde suor Alessandra, alla guida dell'Ospedale Valduce
Il virus si è portato via anche suor Alessandra Tribbiani, da 12 anni
superiora Suore Infermiere dell'Addolorata di Como, direttore generale e
presidente del Cda dell'Ospedale Valduce.
«Suor Alessandra ha risposto il suo “sì” definitivo alla chiamata del
Padre e ha lasciato questa terra per vivere in eterno con Lui». Con
queste parole madre Emanuela Bianchini, superiora generale della
Congregazione delle Suore Infermiere dell'Addolorata di Como (alla guida
dell’Ospedale Valduce), insieme a tutte le consorelle, ha annunciato,
con dolore, la scomparsa di suor Alessandra Tribbiani, da 12 anni
Superiora della Comunità religiosa di Como, Direttore generale e
Presidente del Consiglio Amministrativo dell'Ospedale Valduce. Il
coronavirus sembra così accanirsi sulla Congregazione fondata, oltre 150
anni fa, dalla beata madre Giovannina Franchi, esempio luminoso di
carità e dedizione ai poveri e agli ammalati. Già nei giorni scorsi
almeno altre due religiose sono decedute a causa del Covid e altre sono
ricoverate in condizioni critiche.
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La
santità non è una questione d'altri tempi e di luoghi lontani; è una
vicenda concreta e quotidiana che deve interpellarci perché il Signore
ha scelto ciascuno di noi «per essere santi e immacolati di fronte a Lui
nella carità» (Ef 1,4).
Nella
Solennità di tutti i Santi, la Chiesa ci indica coloro che attraverso
la loro vita hanno realizzato un'imitazione di Cristo esemplare e
pertanto degna dell'ammirazione dei fedeli; fra questi ricordiamo la Beata Giovannina Franchi. Scoprite attraverso la sua memoria
come rendere vivo in noi il Cristo Risorto.
Beata Giovannina Franchi (24 giugno 1807 - 23 febbraio 1872)
un seme di carità, testimone di misericordia nelle periferie esistenziali
un seme di carità, testimone di misericordia nelle periferie esistenziali
Giovannina nasce in una famiglia agiata della Como dei primi anni del ‘800; già allora Como è luogo di frontiera, dove ad un contesto benestante si contrappone una città povera, malnutrita e quanto mai bisognosa di cure materiali e spirituali.
L'educazione di Giovannina avviene presso il Monastero della Visitazione, dal quale esce formata alla fede e alla carità; perso prematuramente colui che sarebbe potuto diventare suo sposo, nel 1853, nell’attuale Via Vitani fonda, con i suoi averi e l'aiuto di tre compagne, una “Pia Casa” destinata “all’assistenza corporale e spirituale degli infermi”. Da questo seme nasce una storia ininterrotta di carità verso i bisognosi, di assistenza misericordiosa ai malati anche psichici, di sostegno a tutti coloro che necessitavano di aiuto.
I suoi frutti spirituali non si faranno attendere grazie alle consorelle che presto l’affiancheranno e che nel tempo si trasformeranno nella congregazione religiosa delle “Suore Infermiere dell’Addolorata” che crea ed ancora oggi amministra la grande realtà dell’Ospedale Valduce.
Giovannina muore di vaiolo, contratto mentre assisteva i suoi malati, il giorno 23 febbraio 1872; la Chiesa ha riconosciuto la sua virtù proclamandola beata il 24 settembre 2014 nella nostra Cattedrale. Ci scusiamo con il lettore, ma le poche righe di questo testo non possono racchiudere tutta la storia ed il valore di questa donna che ha dedicato la propria vita agli altri e la cui esistenza si intreccia - con analogie sorprendenti - con il nostro attuale contesto urbano, storico e sociale.
Vi invitiamo ad un percorso - all'interno della città di Como - per riscoprire i luoghi della Beata Giovannina: Via Vitani 13, dove vi è oggi la Casa Madre delle Suore Infermiere dell’Addolorata; l'Ospedale Valduce in via Dante , acquistando alcuni testi dedicati alla sua storia e chiedendo di poter accedere alla Cappella delle Suore valorizzata da alcune opere di Mario Bogani ispirate al carisma di Giovannina; ed infine in via Briantea presso il Monastero della Visitazione presente da duecento anni in Como e che il nostro Vescovo Oscar ha recentemente definito “come uno scrigno nella città”; chiedete un colloquio alle care suore dell’ordine della Visitazione, lì residenti in clausura, affidando a loro una preghiera secondo le vostre intenzioni.