Vita di Parrocchia





Vita di parrocchia - nr. 1


All’inizio di questo mese di ottobre mi permetto di tirare un bilancio sull’estate appena passata e questo scritto vuole essere un'occasione di riflessione in famiglia e nelle comunità per rilanciare la vitalità del vangelo e della fraternità. Penso alle quattro settimane di Grest che ci ha coinvolto (forse scon-volto) con il suo entusiasmo e le sue dinamiche aggregative e di fede. Penso al campo medie in val d'Aosta vissuto da trentanove ragazzi e al campo superiori a san Benedetto del Tronto. Mi chiedo quanto siamo stati capaci di far riflettere e motivare un cammino di fede serio e perseverante !

Rifletto sulla realtà dell'oratorio e nascono in me alcune domande importanti e per questo condivise: quanto reputo importante l'oratorio con le sue proposte? Quanto partecipo? Quanto mi sento coinvolto da ciò che si fa? La domanda che sento pungente e urgente in me, come parroco è la seguente: cosa fare per crescere insieme? È necessario scendere in campo con i propri talenti. Quanti genitori sono disposti a farlo? Quanti i giovani che si lasciano coinvolgere? Siamo chiamati a sconfiggere l’apatia e la pigrizia che tante volte ci prendono! Comodità e vangelo non vanno mai d'accordo!

Penso ai collaboratori e mi accorgo di quanto mettono del loro e quanto, nello stesso tempo, sentono fatica e confusione per condizioni di comunione che tardano a vedere!
Un appello importante per tutti! Cerchiamo uomini e donne di buona volontà che vogliano spendere un po’ di loro stessi e del loro tempo (poco che sia) per un piccolo servizio alla comunità! Ci si lamenta che spesso non si fa e a volte non si può fare perché mancano i volontari! Il vangelo ci racconta di un giovane che offre cinque pani e due pesci quando c'è da sfamare cinquemila persone... ricorda che dal poco che puoi e sei disposto a dare il Signore poi traffica e regala! Occorrono persone nuove per la pulizia delle chiese, per l’animazione del canto nella corale, per l’apertura degli oratori nelle domeniche dell’anno, battezzati che abbiano vogliano, in virtù del loro battesimo, di aiutare per il catechismo.
Penso agli oratori e mi chiedo perché stiamo facendo fatica a tenerli aperti, certo i nostri bambini e ragazzi non sono abituati a venire in oratorio ma si può creare l'abitudine...

Occorrono relazioni vere, non basate sulla semplice simpatia ma sul vangelo, su quel “come” che ci ha insegnato Gesù, che ci fa amare la vita anche nelle sue pieghe difficili e, contrariamente a come si può pensare, il cambiamento deve partire da noi stessi, da ognuno di noi, perché è troppo comodo aspettare che cambino gli altri! Alla fine della vita il Signore non ci chiederà quanto saranno cambiati gli altri, ma verremo giudicati su quanto abbiamo amato noi, negli “oggi” della nostra esistenza!

Penso alla partecipazione alla s. messa: spero che l'estate passata non sia stato tempo di pausa anche dall'incontro con il Signore! Egli non va mai in vacanza. Egli non si stanca mai di noi! Ai genitori rivolgo un accorato invito: fate mancare qualcosa ai vostri figli ma non la s. messa domenicale, vorrebbe dire volere meno bene a loro. Fargli mancare un incontro con il Signore, l'Unico capace di ridare speranza alla vita umana, di curare le ferite personali e profonde che tutti ci portiamo dentro.
Mi rendo conto di essermi dilungato un po’ ma occorre, a volte, ridire alcune cose per il bene della comunità!

E poi devo confessare che questo è solo il primo di una serie di interventi che ho intenzione di scrivere. Un tentativo di riflessione per grandi e piccoli in attesa di un possibile confronto anche personale negli incontri di catechesi famigliare, durante le attività di oratorio, e perché no, anche durante le strade delle nostre parrocchie!


Don Silvio, vostro parroco

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